martedì 21 settembre 2010

Salone Nautico: Vesco scrive a Trenitalia e chiede più treni

In un Paese normale, con servizi pubblici normali, molto probabilmente gli Assessori Regionali avrebbero altro cui pensare. Si occuperebbero di pianificazione, di nuovi disegni di legge, delle grandi strategie territoriali.
Le aziende erogatrici di servizi, dal canto loro, baderebbero a mettere in pratica con scrupolo e diligenza le direttive impartite dall’Ente, applicando dettagliati contratti di servizio costruiti avendo bene in mente le esigenze degli utenti.
Qui da noi, invece, capita che un Assessore Regionale debba, un giorno sì e l’altro pure, prendere carta e penna e tirare metaforicamente le orecchie a Trenitalia per richiamarla ai suoi doveri, proprio come farebbe un maestro di scuola nei confronti di un alunno pigro e pure imbroglione, che non solo non fa i compiti, ma pretende pure che gli si diano dei bei voti.
E allora il buon Vesco (che, certo ringraziamo per l’impegno che ci mette) scrive lettere su lettere e si lamenta (insieme a noi) che le carrozze sono sporche, i treni sempre più corti e sempre più in ritardo, che le macchinette nella stazioni-fantasma non emettono biglietti da tempi immemorabili. In ultimo, ha scritto a Trenitalia chiedendo che, in occasione del Salone Nautico di Genova, organizzi più treni invece di lasciare che le carrozze si trasformino in tante scatole di sardine dove si svolge una penosa guerra tra pendolari e viaggiatori occasionali, titolari dei posti prenotati.
Servirà? Certo, lo speriamo tutti. Ed è però alquanto strano, non vi pare, che occorra rivolgersi all’azienda di Stato (si, di Stato, lo ricordo sempre, 100% del ministero del Tesoro) per chiederle di fare semplicemente il suo dovere, ovvero garantire i treni necessari al trasporto dei passeggeri che affollano, in misura variabile, le linee nei diversi periodi dell’anno.
Così come appare strano dover pagare, oltre la carta tutto treno, oltre l’abbonamento che versiamo in anticipo, anche un ulteriore sovrapprezzo per poter contendere ad un altro viaggiatore il diritto a posare le nostre stanche membra su un logoro strapuntino…
Grazie, comunque, all’Ass. Vesco, sempre in prima linea nel denunciare (insieme a noi) i disservizi e i guasti che affliggono il nostro sistema ferroviario. Vorremmo tanto che potesse finalmente dedicarsi ad attività meno prosaiche, temiano tuttavia che ci sarà ancora bisogno delle sue “attenzioni” nei confronti di una azienda che, troppe volte, ha disatteso quanto promesso, pur avendo sempre ottenuto moltissimo.

lunedì 20 settembre 2010

Piemonte: Che fine farà il Forum dei comitati pendolari?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo dai nostri amici e colleghi della Torino-Milano

Era nato dopo un lungo travaglio alla fine della precedente Giunta Regionale. Voluta dai pendolari delle linee regionali piemontesi attraverso i loro comitati spontanei costituitisi a bordo dei loro stessi treni utilizzati, per protestare contro ritardi, sporcizia e soppressioni. Oggi, il nuovo Assessore ai Trasporti Barbara Bonino, durante la riunione presso la sede dell’Assessorato ai Trasporti di Via Belfiore, ha fatto capire che questa struttura va sostituita e si chiamerà probabilmente “Osservatorio del TPL” allargata a molti altri nuovi soggetti, ma la cattiva notizia è che i comitati spontanei e i loro rappresentanti, non potranno più farne parte, perché non legalmente costituiti e quindi non riconosciuti dalla nuova Giunta. Nessun’altra novità in merito alla Carta Tutto Treno, bacheca del pendolare momentaneamente chiusa, bonus rimborsi sospesi, gare internazionali e contratto ponte ancora non firmato.
Il comitato spontaneo pendolari Torino Milano, se non potrà più farne parte, continuerà come ha sempre fatto, nell’opera di volontariato, raccogliendo le denunce dei pendolari della linea, nell’interesse generale di tutti gli utenti, continuando la battaglia iniziata 10 anni fa, per avere un servizio pubblico che si possa considerare soddisfacente da tutti quegli utenti come i pendolari che utilizzano ogni giorno il treno, per motivi di lavoro e di studio.

venerdì 10 settembre 2010

Ripartono da lunedì 13 settembre i lavori sul nodo genovese: si faccia il possibile per limitare i disagi

I lavori per potenziale il nodo ferroviario genovese entrano nel vivo da lunedì prossimo, 13 settembre. Tali lavori, come sappiamo, fanno parte delle opere necessarie a far sì che i convogli locali e metropolitani siano separati da quelli per la lunga percorrenza e le merci, aumentando, almeno teoricamente, l'offerta di trasporto sulla fascia costiera. Siamo consapevoli che questi lavori comporteranno una certa quota di disagi, che chiediamo vengano il più possibile limitati anche in considerazione del lungo periodo di tempo che verosimilmente essi permarranno. Chiediamo anche che eventuali interscambi tra treno e bus cittadini dovuti alla chiusura temporanea di impianti e stazioni non comporti ulteriori esborsi di denaro da parte dei pendolari.

Secondo quanto ci viene detto, saremo informati sui lavori e sulle modifiche dell'orario dei treni attraverso pieghevoli informativi e locandine presso le stazioni ferroviarie (quelle presidiate, si suppone, ossia la grande minoranza del totale). Informazioni sui lavori saranno anche disponibili sulla pagina dedicata ai trasporti pubblici locali del sito della Regione Liguria (www.regione.liguria.it).


La tempistica dei lavori
In questa prima fase sarà chiusa, per 450 giorni, la galleria San Tomaso (corrispondente binario n.2 di Genova Principe sotterranea) che verrà prolungata fino a Brignole sfruttando parte della dismessa galleria delle Grazie Bassa. Sarà ristrutturata la linea Campasso-Santa Limbania, attualmente non in esercizio, per poter avere un itinerario alternativo ai collegamenti tra Genova Piazza Principe e le linee dei Giovi, durante la temporanea chiusura delle relazioni nord-sud di Sampierdarena, prevista per la fine del 2012.

Dal 18 ottobre sarà chiusa la Bretella di Voltri per consentire la realizzazione del fronte di interconnessione col futuro Terzo Valico e l'avvio dello scavo della galleria Polcevera che permetterà, ai treni a lunga percorrenza, di raggiungere Sampierdarena e quindi Principe, evitando l'attuale percorso litoraneo.

Da lunedì 13 settembre 14 treni diretti da Genova Brignole alle stazioni del Ponente Ligure fermeranno a Genova Piazza Principe superficie, anziché in sotterranea, e non fermeranno a Genova via di Francia.

Altri 14 treni delle linee Acqui Terme-Genova e Busalla-Genova termineranno la corsa a Genova Sampierdarena dove sarà possibile arrivare e proseguire con altri treni in coincidenza. Altri nove treni regionali diminuiranno o aumenteranno le fermate previste.

Al termine degli interventi, previsto per il 2016, i binari tra Genova Voltri e Genova Sampierdarena diventeranno quattro, quelli tra Genova Piazza Principe e Genova Brignole saranno sei. Inoltre è previsto un nuovo assetto delle stazioni di Genova Voltri, Genova Sampierdarena e Genova Brignole e nuovi impianti di sicurezza e controllo su tutta la tratta.

Al termine dei lavori si potranno avere, almeno in teoria, treni più frequenti lungo la fascia costiera: diciamo in teoria, perchè data la penuria di nuovi rotabili, temiamo fortemente che, in assenza di forti investimenti (ricordate i 1000 nuovi treni "tagliati" dal Governo nell'ultima manovra?) tali linee rimarranno sottoutilizzate per moltissimi anni. E in tal caso tutti i nostri sacrifici sarebbero stati vani: anni di disagi per non ottenere un bel niente. A quel punto sarebbe stato meglio usare i soldi per comprare treni nuovi, che si rompessero meno spesso di quelli attuali e quindi maggiormente in orario!

Speriamo ovviamente che non sarà così, ma ad oggi non vediamo un serio impegno di spesa a livello statale sui nuovi rotabili, Alta Velocità a parte, si intende. E qui, la Liguria è fuori gioco da un pezzo.

Treno e bus: facciamo squadra
Ricordiamo altresì che vi sono abbonati non "genovesi" provenenienti dal levante che, pur avendo già pagato abbonamenti annuali, non potranno più scendere, per molti mesi, in via di Francia. Dovranno, in alternativa, scendere a Principe e servirsi di bus. Avevamo chiesto che si esaminasse la possibilità che a tali utenti si consentisse l'uso del bus cittadino senza ulteriori esborsi di denaro per coprire la tratta finale tra la stazione Principe e via di Francia. Non abbiamo, ad oggi, notizie circa questa nostra richiesta, che torniamo a rivolgere all'Ass.re Vesco e alle aziende di trasporto coinvolte.

Teniamo d'occhio i lavori
Ci aspettano mesi non facili, ma in considerazione dell'obiettivo finale siamo disposti a dare il nostro contributo e sapremo essere comprensivi. Questo naturalmente non significa che non monitoreremo attentamente la situazione, segnalando eventuali anomalie ed eccessi. In questa fase sarà importante la collaborazione di tutti, per segnalare tempestivamente problemi e situazioni di disagio specie quando esse si verifichino in assenza di una opportuna pianificazione e senza che vengano esperiti tutti i possibili provvedimenti atti a ridurre al massimo i disagi per gli utenti. Che sono pazienti e comprensivi, sì, ma non sono fessi!

sabato 4 settembre 2010

Fs, biglietterie fuori uso multe-beffa in agguato. Viaggio nell'ordinario disservizio delle fermate minori

da Il Secolo XIX

Da Voltri a Nervi "macchinette" ko. Si salva solo Sestri
di Daniele Grillo

«È PASSATO il padreterno, e ha chiesto, almeno, di mettere delle sedie». Il buontempone di passaggio ha lasciato questo messaggio sul cartone sistemato a tappare il buco, nel vetro, che un tempo serviva per parlare con i bigliettai della stazione di Voltri. Dal novembre scorso un cartello campeggia al di là della barriera: «biglietteria chiusa a tempo indeterminato». È la sorte di quasi tutti i punti vendita di Trenitalia nelle stazioni. Ma tranquilli, viaggiatori: a sostituire gli impiegati in carne e ossa ci sono fior di emettitrici automatiche. Anzi no, su otto stazioni ne funziona soltanto una. E così fare il biglietto diventa un'impresa. Quando edicole e baretti sono chiusi l'unico santo al quale votarsi è il controllore. Cercarlo sul treno, e sperare che non faccia pagare la sovrattassa. E anche qualora edicole e bar fossero aperti si pone il problema di chi viaggia fuori dai confini regionali: per gli intercity l'unica soluzione rimane il santo controllore di cui sopra.

Le Ferrovie del terzo mondo propongono immagini impensabili per gli anni duemila. In un normalissimo pomeriggio infrasettimanale, Ferragosto sciolto nei ricordi e rientro dei genovesi quasi celebrato, soltanto una delle infernali macchine automatiche sputa-biglietti risulta regolarmente in servizio nella tratta Genova Voltri-Genova Nervi (escludendo Principe e Brignole). A Nervi le emettitrici sono, sarebbero, ben due. «Fuori servizio», recita il display. E poi, in fila, una serie di numerini a identificare i molteplici errori del sistema che identificano il guasto. «Se vuole il biglietto glielo faccio io - dice la titolare dell'edicola vicino - a meno che non debba andare fuori, perché noi trattiamo solo i biglietti del regionale». Immaginando di essere un previdente pensionato che si muove per tempo e pretende i suoi biglietti per portare la moglie sul lago di Garda, ci spostiamo nella stazione più vicina, sperando che la musica cambi. Lo scalo di Quinto sembra uscito da una cartolina, si apre su un palazzo centenario di una bellezza inaudita. Ma il bagliore si spegne non appena varcata la soglia della stazione. E il biglietto, anche qui, non riusciamo ad averlo. La sconsolata emettitrice automatica è addirittura spenta. E non serve a risvegliarla il prezioso bacio di una monetina. Quarto dei Mille, Sturla. Due stazioncine piuttosto in buono stato, due emettitrici rotte. A Quarto se non altro l'apparecchio installato da Amt (è nuova, e stampa pure l' "integrato" Amt-Fs, che però permette soltanto di spostarsi dentro i confini comunali) funziona. «Scandaloso - reagisce Francesco Antonio Carleo, presidente del Municipio Levante - e dire che avevamo proposto a Trenitalia di lasciarci almeno la stazione di Nervi, per metterci la Pro Loco. In cambio avevamo offerto il servizio di rilascio biglietti». Atene non ride. All'altro estremo della grande Genova l'unica speranza è un baracchino blu appoggiato sul bancone del bar della fatiscente stazione. I lavori del nuovo nodo ferroviario porteranno a Voltri una stazione nuova di zecca, ma l'attesa sarà ancora lunga. Fuori servizio, l'emettitrice automatica. Fuori servizio anche quella di Pegli, che grazie al signor Pallavicini che la volle nelle sue proprietà una volta era una stazioncina da esposizione internazionale. Bella, Genova Pra', è bella. E ci mancherebbe, il taglio del nastro è roba recente. Però qui per non sbagliarsi Trenitalia ha scelto di non portarcela neppure, una macchinetta. Il respiro torna a Sestri Ponente, uno strano gioiello in un panorama desolante. La biglietteria normale esiste ancora, e c'è pure una sportellista dietro. E, abbracciata da una recente verniciatura delle pareti color rosa, c'è pure l'emettitrice, miracolosamente in servizio. A Sampierdarena torna la tristezza: due macchinette censite, entrambe sono "in malattia". «È un problema grande, che abbiamo segnalato più volte - dice Sonia Zarino, del comitato dei pendolari - sul sito di Trenitalia è indicato che il controllore può fare il biglietto a bordo in caso di problemi a terra. Ma il contratto di servizio ligure, a differenza di quello della Lombardia, non sottolinea la possibilità di farlo gratuitamente. Una circostanza che fa rimanere tutto nel dubbio». Al di là di tutto c'è il disagio e la vergogna. Che fa il paio con l'assenza di sedie in sala d'aspetto lamentata dal buontempone nella stazione di Voltri. E con tutto il resto dell'intorno, che propone solo sporcizia, scritte sui muri e arredi vandalizzati.grillo@ilsecoloxix.it

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